LA PAROLA AI SEGNI

Anno 1995

Tutte le genti, in tutti i tempi e nei luoghi più lontani hanno cercato di comunicare tra di loro con gesti e parole, ma anche con simboli e racconti. La comunicazione tra donne, uomini ed animali è stata utile per poter organizzare la vita, conoscere ed utilizzare le cose che ci circondano, difenderci dai pericoli, raggiungere ciò che ci è utile per la nostra crescita e per la crescita della nostra prole.

Ma sapere che cosa sono le cose e a che cosa servono non basta. Bisogna anche sapere che cosa significano: le cose parlano e ci vogliono condurre altrove. Così diventano simboli.

Facciamo un esempio. Gli ebrei, fuggiti dalla schiavitù in Egitto, viaggiavano nel deserto tra stenti e fatiche, fame e sete. Una volta si lamentarono per la fame e la mattina dopo trovarono sull'erba una cosa biancastra e granulosa, una specie di farina. Si domandarono - man - hu? - che significa nella loro lingua - che cosa è? - e si accorsero che si poteva mangiare. Era cibo e lo chiamarono manna.

Però non avevano capito tutto; avevano capito che cosa era ma non che cosa significava. Così cominciarono ad ammucchiarne tanta per tenerla di riserva ed invece andava sempre a male. Erano disperati. Allora il loro capo Mosè spiegò loro che la manna era un regalo di Dio, il loro Signore che li aveva strappati dalla schiavitù.

Dio voleva far loro questo dono tutti i giorni per significare che l'amore non si può mettere in magazzino perché si sciupa: manna di giornata perché amore di giornata. E capirono, un po'. Altre cose le capirono dopo, spesso attraverso storie e simboli.

Quest'anno al laboratorio di religione abbiamo studiato miti e simboli dei popoli: la pietra, il fuoco conservato nel focolare, oppure rubato o invece ancora donato, la ruota che gira su sé stessa e ci porta sempre allo stesso punto o quella che ci sposta in avanti, le acque che lavano o che danno vita ed infine il cibo divino: il pane spezzato.

È stato interessante anche se un po' faticoso. Abbiamo cercato di capire che anche l'uomo e la donna dei tempi moderni si muovono tra tanti oggetti, ma corrono il rischio di sapere solo cosa sono per usarli e consumarli - questo lo chiamano consumismo - ma non ne conoscono il significato perché non lasciano parlare gli oggetti, le persone e gli animali per far loro dire che cosa significano e dove ci vorrebbero portare.

Tutto alla ricerca di un tesoro che forse c'è e forse viene costruito proprio nel cercarlo: il tesoro dell'amicizia e della comprensione tra persone, tra popoli e tra culture.

 

 

Per accedere all'intero fascicolo clicca qui