Comunità Cristiana di Base di san Paolo - Roma - Gruppo Roma Sud-Est

Celebrazione del 4 novembre 2007

XXXI tempo ordinario, anno C

Dio si sta ricordando di Zaccheo

Il nostro gruppo si è subito soffermato nella riflessione sul brano di Luca.

Un uomo piccolodi statura desidera vedere Gesu’e quindi si arrampica su un albero. Costui si chiama Zaccheo , che vuol dire “Dio ricorda”. E succede appunto così: Dio si sta ricordando di Zaccheo. Era un uomo ricco. Per i farisei era un peccatore in quanto aveva appaltato i dazi che venivano riscossi al confine e nella zona di Gerico e aveva a suo servizio molti uomini.

Nel capitolo precedente del vangelo di Luca si narra della storia di un altro ricco: di quel giovane osservante di tutte le normedella legge così diverso da Zaccheo, una figura così lontana dalle scritture e in pieno peccato.

In questo episodio, Gesu’ chiarisce e completa alcuni suoi discorsi precedenti facendoci capire il senso della sua missione e il significato profondo della sua amicizia verso i peccatori: il figlio dell’uomo è venuto a salvare ciò che era perduto, i lontani, i peccatori e non a preservare le persone già al sicuro, gli osservanti, i ligi alla legge. Gesu’ ottiene la conversione di un ricco, un miracolo che sembra impossibile agli uomini ma non a Dio.

Questo brano del vangelo ci è apparso commovente per vari motivi: Gesu’nota questo piccolo uomo che – magari solo per curiosità - desidera incontrarlo, ma lui va oltre le sue aspettative e decidere di farsi ospitare acasa sua. Gesu’ decide di andare a trovare un uomo odiato da tutti: dai farisei ma anche dal popolo. Ancora una volta Gesu’ spiazza tutti, i suoi detrattori ma anchequelli che lo osannavano, che probabilmente rimangono ancora una volta delusi dal suo comportamento, dalle sue scelte così divergenti.

Un altro particolare da sottolineare è che Gesu’, decidendo di incontrare Zaccheo, non pretende nulla da lui, non gli chiede una sua conversione “preventiva”. Piuttosto è Gesu’ che previene, che gioca d’anticipo. Gesu’ ama anche lui inducendolo ad una reale conversione, ad un reale cambiamento che lo porta ad una adesione al suo messaggio, che non è tanto un atto formale religioso, ma a fare un atto concreto: la restituzione del denaro rubato, del maltolto ai poveri.

Sergio Quinzio in un suo commento a questo brano, lo descrive come un testo delle contraddizioni: Zaccheo è un grande peccatore ma è pronto ad una reale conversione; Gesu’, il santo, l’unto del Signore, il messia va a casa di un peccatore; Zaccheo è lontano dalla fede ma è pronto a fare ungesto profetico.

Ma l’aspetto piu’ straordinario di questo vangelo è l’atteggiamento di Gesu’: c’è inlui una totale assenza di giudizio: è questo amore che converte Zaccheo, Gesu’ non pone condizioni, cerca i peccatori e non aspetta che essi vengano a lui, non pretende, come dicevamo sopra, nessuna “conversione preventiva”: la fede e il perdono diventano gratuiti, doni.

Come scrive il commentatore del foglietto,le comunità cristiane hanno molto da imparare da questo brano. L’amore precede e suscita la conversione, Dio non pone condizioni al suo amore. Imparino quindi le comunità, ad anteporre l’amore al giudizio, l’accoglienza alla critica, la speranza alla chiusura.

Qualcuno nel gruppo riflette che, a differenza dei grandi santi della chiesa che imposti come modelli tra l’altro irraggiungibili,Zaccheo è una figura vicina alla nostra esperienza. Zaccheo come noi non lascia tutti i suoi beni, non abbandona tutto ma rimane al suo posto, continua la sua vita e il suo lavoro, ma imprime ad essi un cambiamento di rotta che forse anche noi possiamo perseguire.

La seconda lettura, aldilà dell’oggetto specifico della lettera di Paolo, testimonia il fatto che già nelle prime comunità cristiane era comune la circolazione di punti di vista e posizioni diverse e l’esistenza di forti discussioni tra esse. Tutto questo dovrebbe far riflettere sul fatto che avere posizioni diversificate all’interno della chiesa dovrebbe essere considerato un fatto positivo, una ricchezza e non qualcosa da respingere, incanalare, limitare.

Un tassello che probabilmente manca all’interno delle comunità è la conoscenza della storia delle origini del cristianesimo, caratterizzate dalla coesistenza di comunitàconculture e tradizioni diversissime. Esse autonomamente interpretavano il messaggio di Gesu’ e davano vita ad una ricchezza di espressioni che potrebbero costituire oggi un modello di federazione tra chiese diverse a cui non venga imposto da parte delle gerarchie un “pensiero unico”.

Questa riflessione del gruppo è stata integrata in un secondo incontro in cui hanno partecipatoi nostri figli.

Ciò ci ha permesso di fare ulteriori considerazioni e di porci tanti interrogativi.

Ciò che faceva scandalo tra i farisei e i dottori della legge non era tanto che Gesu’ incontrasse dei peccatori, ma che lui li avvicinasse prima del loro pentimento pubblico: questo immagine che Gesu’ trasmetteva di un padre misericordioso la ritroviamo nella prima lettura.

Riflettendo sull’episodio del vangelo - nel colloquio con i ragazzi – ci si è ricordati di un’altra frase famosissima di Gesu’: “pubblicani e prostitute vi precederanno nel regno deicieli”. Con i ragazzi abbiamo cercato di immaginare –se Gesu’ fosse vivo oggi -quali categorie di persone userebbe Gesu’ in questa frase cosi’ provocatoria. Tra le varie ipotesi fatte abbiamo immaginato che Gesu’ avrebbe utilizzato i pedofili… di fronte ad una affermazione del genere come reagiremmo noi? Anche noi potremmo rimanere scandalizzati! O invece – fedeli all’insegnamento di Gesu’ – sapremmo riconoscere che è difficile tracciare un confine tra buoni e cattivi, e che in tutti noi è presente il bene e il mele contemporaneamente?

La riunione è finita – com’è nella migliore tradizione del Laboratorio di religione – con una domanda: come sarebbe stata la vita di Zaccheo se non fosse riuscito a incontrarsi con Gesu’?

 

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