COMUNITA' CRISTIANA DI BASE

S. PAOLO - ROMA

Gruppo Montesacro

 

ASSEMBLEA EUCARISTICA DEL 6 APRILE 2008

"Diversità"

Introduzione

 

Abbiamo deciso, nel nostro gruppo, di proporre un’altra sfaccettatura del tema della diversità.

Vorremmo approfondire con il contributo di tutti quando una diversità feconda, anche e forse soprattutto quando provoca, non diventa una differenza/disuguaglianza oppressiva.

Ci siamo interrogati sforzandoci di mantenere un profilo di concretezza e di quotidianità. Siamo partiti interrogandoci sulle diversità che affiorano anche nella nostra comunità e abbiamo sentito il bisogno di approfondire la conoscenza di un altro gruppo, quello Marconi, e così una delle sere di preparazione l’abbiamo dedicata ad un primo approccio di conoscenza senza avere la pretesa di aver approfondito tra noi poco più che un contatto umano e aver maturato nuove curiosità.

Abbiamo poi scelto i testi sforzandoci di evocare con la prima lettura una invettiva quasi veterotestamentaria contro le diversità che sono il frutto del potere dell’uomo sull’uomo. Con la seconda gli atti degli apostoli ci sembra che le lingue diverse (quasi un ricordo di Babele) siano una metafora dei carismi di ognuno, non sempre compresi se possono diventare oggetto di irrisione.

Una diversità misteriosa che interroga la nostra fede appare invece nell’episodio del vangelo. Una fede quasi clandestina che non chiede cerimonie, benedizioni esorcismi miracoli ma un silenzio che solo Gesù può rompere con una proclamazione di una persona ultima: povera, malata e donna!

Infine vorrei ricordare che a proposito di diversità; oggi in molti luoghi di culto si prega contro l’omofobia. E noi vogliamo esser parte di questa preghiera collettiva.


Lettera di Giacomo 2, 3-9

Voi vi mostrate pieni di premure per quello che è vestito bene e dite: “Siediti qui, al posto d’onore”. Al povero, invece, dite: “Tu rimani in piedi”, oppure: “siedi in terra, qui accanto al mio sgabello”. Se vi comportate così, non è forse chiaro che fate delle differenze tra l’uno e l’altro che ormai giudicate con criteri malvagi?

Ascoltate, fratelli carissimi: Dio ha scelto quelli che agli occhi del mondo sono poveri, per farli diventare ricchi nella fede e dar loro quel regno che egli ha promesso agli uomini che lo amano. Voi, invece, avete disprezzato i poveri! Eppure non sono forse i ricchi quelli che vi trattano con prepotenza, vi trascinano davanti ai tribunali? Non sono loro, i ricchi, quelli che bestemmiano il bel nome di Cristo che fu invocato su di voi quando siete diventate cristiani? Una cosa è certa: se voi rispettate la legge del regno di Dio così come la presenta la Bibbia: Ama il prossimo tuo come te stesso, voi agite bene: se invece fate delle preferenze fra le diverse persone, voi commettete peccato e la legge di Dio vi condanna, perché avete disubbidito.

 

Atti 2, 5-13

A Gerusalemme c’erano ebrei, uomini molto religiosi, venuti da tutte la parti del mondo. Appena si sentì quel rumore, si radunò una gran folla, e non sapevano che cosa pensare. Ciascuno infatti li sentiva parlare nella propria lingua, per cui erano pieni di meraviglia e di stupore e dicevano: "Questi uomini che parlano non sono tutti Galilei? Come mai allora li sentiamo parlare nella nostra lingua nativa? Noi apparteniamo a popoli diversi: Parti, Medi e Elamiti. Alcuni di noi vengono dalla Mesopotamia, dalla Giudea e dalla Cappadocia, dal Ponto e dall’Asia, dalla Frigia e dalla Panfilia, dall’Egitto e dalla Cirenaica, da Creta e dall’Asia. C’è gente che viene perfino da Roma: alcuni sono nati ebrei, altri invece si sono convertiti alla religione ebraica. Eppure tutti li sentiamo annunziare, ciascuno nella propria lingua, le grandi cose che Dio ha fatto”.

Se ne stavano lì pieni di meraviglia e non sapevano che cosa pensare: dicevano gli uni agli altri: “Che significato avrà tutto questo?” Altri invece ridevano e dicevano: “Sono completamente ubriachi”.

 

Marco 5, 25-34

C’era là anche una donna che già da dodici anni aveva continue perdite di sangue. Si era fatta curare da molti medici che l’avevano fatta soffrire parecchio e le avevano fatto spendere tutti i suoi soldi, ma senza risultato. Anzi stava sempre peggio. Questa donna aveva sentito parlare di Gesù e aveva pensato: “ Se io riesco anche solo a toccare il suo mantello sarò guarita”. Con questa idea si mise in mezzo alla folla, dietro a Gesù, e arrivò a toccare il suo mantello. Subito la perdita di sangue si fermò, ed essa si sentì guarita dal suo male.

Ma nello stesso istante Gesù si era accorto che una forza era uscita da lui. Allora si voltò verso la folla e disse: "Chi ha toccato il mio mantello?"

I discepoli gli risposero: "Vedi bene che la gente ti stringe da ogni parte. Come puoi dire chi mi ha toccato?"

Ma Gesù si guardava attorno per capire chi lo aveva fatto.

La donna aveva paura e tremava perché sapeva quello che le era capitato. Finalmente venne fuori, si buttò ai piedi di Gesù e gli raccontò tutta la verità. Gesù le disse: “Figlia mia, la tua fede ti ha salvata. Ora vai in pace, guarita dal tuo male”.


PREGHIERA PENITENZIALE

Signore ti chiediamo perdono:

perché di fronte all’altro i nostri occhi non vedono, le nostre orecchie non prestano ascolto.

Perché passiamo accanto e non ci accorgiamo, non vediamo il bisogno di una parola amica e non diamo attenzione.

Perché continuiamo a dire parole di accoglienza ma siamo molto avari nel metterle in pratica.

Perché diamo un po’ dei nostri soldi ma, in fondo,non siamo disposti a condividere qualche parte della nostra vita.

Tu Gesù ci hai insegnato un altro modo di stare insieme con tutti quelli che hai incontrato, senza fare preferenze o discriminazioni.

Tu hai preso sul serio quelli che ti si avvicinavano e tutti hai considerato persone umane, anche quelli che nella tua società venivano considerati indegni.

Ti preghiamo signore di accettare queste nostre incapacità, con l’impegno nostro di essere più audaci e determinati nel fare, più umani nel trattare con gli altri, - anche se diversi per qualcosa da noi, - più fraterni nel condividere quello che abbiamo, più umili nel valutare la nostra condizione, più attenti a recepire il tuo insegnamento e a metterlo in pratica.

Ascoltaci o signore.