Comunità di san Paolo, Roma - Eucarestia del 1 febbraio 2009

Amare Dio è amare il prossimo: testimoniare verità

 

Commento del gruppo Montesacro:

Abbiamo raccolto, a modo nostro, l’invito del padre Musallam parroco di Gaza a ricordare nella celebrazione eucaristica gli avvenimenti di questi giorni; d’altra parte c’èsembrato in sintonia con quanto ci ha insegnato Barth, il grande teologo evangelico di leggere la Bibbia insieme con il giornale quotidiano.

La lettura dei due brani iniziali ci fa percepire come queste voci siano sulla stessa lunghezza d’onda; per questo non le abbiamo volute distinguere una dall’altra; piuttosto le abbiamo colte come unica voce di uomini e donnesofferenti ma ostinati nella speranza.

Il profeta si trova stretto fra menzogna e verità; ha la tentazione di fuggire nel deserto, di fuggire anche dalle proprie responsabilità.

Ma sceglie la denuncia, svela i meccanismi con i quali i falsi profeti ammaestrano il popolo e lo tirano dalla loro parte: ci sembra un messaggio di grande attualità. Sogni, visioni, fantasie sembra quasi il palinsesto di una televisione o il sommario di un grande giornale di informazione.

Così oggi le violenze della guerra non possono essere taciute;non esiste una guerra giustificabile o una violenza pacificatrice: nel Siracideleggiamo l’invito a non tacere, che occorre prendere posizione e lottare per la verità senza paura, e non solo perché secondo la sua promessa il Signore sarà con noi, ma anche perché occorre perseguire il valore dell’indipendenza e dell’autonomia dal potere.

Ma la testimonianza di verità non è fine a se stessa: abbiamo il dovere della verità e da questo non possiamo discostarci, consapevoli che in gioco c’è la perdita dell’amore; l’apostolo Giovanni in uno scritto particolarmente breve e sintetico e perciò molto significativo prega i suoi amici e discepoli di vivere nella verità e di mettere in pratica l’amore fraterno: è il comandamento che abbiamo ricevuto fin da principio.

Senza questo spirito che è insieme di amore e di verità le nostre azioni sono prive di significato o, se vogliamo, di merito; senza amore e verità non rendiamo al Signore l’amore che ci ha dato; donne e uomininon paghiamo il debito che abbiamo contratto verso Gesù che ha dato lavita per noi per amore. Cosa siamo capaci di offrire a Dio mendicante d’amore attraverso l’amore per i nostri fratelli?

Abbiamo spesso, pur con le scarse forze a nostra disposizione, dato qualche aiuto materiale per soccorrere i fratelli più provati e impoveriti dalla guerra, dall’ingiustizia, dalla arroganza del potere, ma questo non basta.

Dobbiamo mettere in campo altre energie per testimoniare verità; veritàsulle violenze e le ingiustizie, pagate soprattutto dai più deboli: donne e bambini.

Verità in frammenti, verità parziali senza aver l’ambizione e la presunzione di testimoniare la Verità come spesso i pastori di tutte le chiese ci invitano a fare.

Dobbiamo essere capaci di rivolgerci a queste donne e questi uomini con linguaggio di verità perché proprio questo equivale, forse, ad esprimersi con l’amore fraterno, per aiutarli ad uscire dal senso di solitudine e dall’isolamento che rendono frustrati e allo stesso tempo inariditi e violenti, senza capacità di amare.