CELEBRAZIONE EUCARISTICA
Comunità Cristiana di Base di San Paolo
19 maggio 2013
Pentecoste – Anno C (Gruppo
Sud-Est)
Iniziamo questa celebrazione
eucaristica comunitaria nel nome di Dio che è Padre e Madre, Figlio e Spirito
Santo.
Amen
Canto: CANTO DELL’AMICIZIA
In un mondo di maschere, dove
sembra impossibile
riuscire a sconfiggere, tutto ciò che
annienta l’uomo
il potere la falsità, la violenza,
l’avidità
sono mostri da abbattere. noi però non siamo soli
Rit. : Canta
con me, batti le mani, alzale in alto
Muovile al ritmo
del canto, stringi la mano del tuo vicino
E scoprirai che è
meno duro il cammino così.
Ci hai promesso lo spirito, lo
sentiamo in mezzo a noi
e perciò possiam credere, che ogni
cosa può cambiare;
non possiamo più assistere, impotenti
ed attoniti
perché siam responsabili, della vita
intorno a noi
Rit: (2 volte)
LITURGIA DELLA PAROLA
Vento del
Suo Spirito – Riflessione di P. Casaldaliga
Vento del Suo Spirito che soffi dove vuole, libero e
liberatore,
vincitore della legge, del peccato e della morte... Vieni!
Vento del Suo Spirito che alloggiasti
nel ventre e nel cuore di una cittadina di Nazareth... Vieni!
Vento del Suo Spirito che ti impadronisti di Gesù
per inviarlo ad annunciare una buona notizia ai poveri
e la libertà ai prigionieri... Vieni!
Vento del Suo Spirito che ti portasti via nella Pentecoste
i pregiudizi, gli interessi e la paura degli Apostoli
e spalancasti le porte del cenacolo perché la comunità dei seguaci di Gesù
fosse sempre aperta al mondo, libera nella sua parola
coerente nella sua testimonianza e invincibile nella sua speranza... Vieni!
Vento del Suo Spirito che ti porti via sempre le nuove paure della Chiesa
e bruci in essa ogni potere che non sia servizio fraterno
e la purifichi con la povertà e con il martirio... Vieni!
Vento del Suo Spirito che riduci in cenere la prepotenza, l'ipocrisia e il
lucro
e alimenti le fiamme della Giustizia e della Liberazione
e che sei l'anima del Regno... Vieni!
Vieni o Spirito perché siamo tutti vento nel tuo Vento,
vento del tuo Vento, dunque eternamente fratelli.
Dal vangelo secondo Giovanni (1,11-17)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi
discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei
comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché
rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia
parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso
di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi
ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di
voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui
vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Per questa lettura…………..
Lode a te o Cristo
Commenti e riflessioni del gruppo
Interventi dei presenti
MOMENTO DI RIFLESSIONE PERSONALE
L’ultima lezione (tratto da Marco Guzzi, Il cuore a nudo,ed.
Paoline,2012,pp.23-24)
Non
rifiutare l’afa di questo
pomeriggio calabrese.
Non
rifiutare la tua paura.
Non
rifiutare la tua meschinità e il tuo orgoglio,il senso
pungente della tua inferiorità e l’acre percezione di una superiorità che
giudica e pone sotto o sopra le persone in base a scale di giudizio, non
condannarti.
Non
rifiutare quell’ombra che odi dentro di te,né quest’altra
che la odia, non separarti da niente.
Non rifiutare l’amarezza della prima mattina né il tuo peccato più
frequente.
Lascia
che io ti dilati, tu accogli,accetta, contieni,
risana. Guarda
con dolcezza la tua avidità di bambino defraudato.
Guarda con
amore la tua arroganza, la tua chiusura.
Guarda alle tue piccolezze come guarda una madre al figlio che agita i
pugnetti per
respingerla piangendo.
Così
amerai anche il tuo assassino e pregherai per lui.
Guarderai con dolcezza il tuo persecutore che ti esclude crudelmente,
chi ti umiliò e ti sconfisse, senza nemmeno riconoscerti.
Non
rifiutare niente. Non giudicare. Non condannarti. Resta uno, unanime, un’anima
indivisa.
Resta
coerente. Non
resistere al male. Non raddoppiarlo. Fattene madre. Fattene intermediario,
medico. Fattene carico. E cura.
Allora
la misericordia lo scioglierà nel tuo cuore.
Perché è
sempre un rifiuto che alimenta il fuoco distruttivo.
Mentre l’accettazione scioglie il ghiaccio e unge le ferite.
E non
rifiutare nemmeno il tuo rifiuto. Non ti accanire.
Giocaci piuttosto,
cantagli una canzone, fanne una storia, e lo vedrai sfumare quanto meno ti ci
contrapponi.
Comprendi
questa mia ultima lezione? Ti suona?
Vuoi questo mio cuore che non nega?
Vuoi conoscere il mio “divino” amore?
Vuoi
la perfezione? E l’integrità?
E’
tutta qui, in queste braccia aperte, anche se mi uccidi.
COLLETTA
Canto: STRANIERO NOMADE
Straniero nomade, da dove vieni,
dove vai Spirito Santo (2 volte)
Nomade
sconcerta e porta novità, non si può definirlo.
Soffio di vita è qui
e altrove,senza fissa dimora (Rit.)
Sorprende
nella scoperta di un Dio di comunione che rischia la vita
del
suo figlio prediletto,perché l’uomo non sia più calpestato (Rit.)
Ci butta
sprovvisti in mezzo agli uomini da amare come fratelli.
Dove sei
soffio santo se non nel cuore della vita (Rit.)
Lo
Spirito è nel cuore di uomini in cammino in deserti e città.
Dappertutto
dove l’uomo calma la sete di vivere ed amare (Rit.)
Poveri
uomini che non sanno parlare son chiamati da ogni terra
Perché
l’amore sia riconosciuto in ogni lingua e nazione (Rit.)
Canone
n. 11 – LO SPIRITO DI DIO (non si canta il
Santo)
O Dio, che come soffio
aleggiavi sulle acque all’alba
della creazione
e
che alitando sull’argilla hai impresso la tua immagine sull’uomo e sulla donna.
O Dio, che hai rovesciato
con forza il tuo Spirito su uomini timorosi e incapaci
per
farne profeti o guide del tuo popolo, e su donne sottomesse o negate
per
farne testimoni straordinarie della tua vita e della tua resurrezione.
O Dio, che più volte nella
storia della salvezza hai resuscitato le membra sparse del tuo popolo
come
ossa inaridite sul campo di battaglia per farne di nuovo una comunità di
viventi.
O Dio, che nella pienezza
dei tempi hai rivelato il tuo volto amabile in Gesù
testimone
fedele della tua volontà, guaritore delle nostre ferite,
suscitatore di
speranza e di volontà di riscatto nei poveri, negli oppressi e negli
emarginati,
manda il
tuo Spirito sulla comunità che il tuo figlio ha formato con la forza
dell’evangelo.
Il tuo Spirito discenda su
questi doni, che siano segno di una presenza divina
che
non asseconda arroganti sicurezze ma scuote i torpori e suscita il coraggio
della testimonianza, allargando così la speranza della salvezza verso insospettati
orizzonti.
Nell’ultima sua cena con i
discepoli il Signore Gesù prese nelle sue mani il pane e disse:
“Prendete e mangiate, questo è il mio corpo”.
Allo stesso modo prese il
calice del vino e disse:
“Prendete e bevetene tutti, questo è il mio sangue per la nuova
alleanza. Fate questo in memoria di me”.
Ti preghiamo, manda il tuo
Spirito ad illuminare con la sua saggezza e ad irrobustire con il suo vigore
tutti
coloro che lottano per la giustizia e resistono alla prepotenza dei superbi.
E quando ogni speranza
umana è sconfitta, sii ancora una volta amico e consolatore
e
infondi la fiducia che nulla va perduto nel giorno del trionfo della tua
volontà d’amore.
Confortati dalla tua
parola, stringiamo le nostre mani, ripetendo la preghiera
che
Gesù ci ha messo sulle labbra
Padre Nostro
Scambio della pace
Ora accostiamoci alla mensa con fiducia impegnandoci a seguire l’insegnamento
di Gesù affinché possiamo imparare a farci pane per gli altri.
Rispondiamo con le parole fiduciose di
Pietro: “Signore da chi andremo, tu solo hai parole di vita eterna”.
Canto:
TUTTO CAMBIA (Orig. TODO CAMBIA)
Cambia
ciò che è superficiale, ed anche ciò che è profondo
Cambia il
modo di pensare, cambia tutto in questo mondo
Cambia il
clima con gli anni, cambia pascolo il pastore
Così come
tutto cambia, non è strano che anch’io cambi
Rit.:
Cambia, tutto cambia. Cambia, tutto cambia
Cambia il
brillante più prezioso mano a mano il suo splendore
Cambia il
nido il passerotto, cambia il feeling degli amanti
Cambia
strada il viandante anche se è più faticosa
Così come
tutto cambia, non è strano che anch’io cambi Rit.
Cambia il
sole la sua corsa, quando la notte persiste
Cambia la
pianta e si veste, di verde in primavera
Cambia il
manto della fiera, e la chioma dell’anziano
Così come
tutto cambia, non è strano che anch’io cambi Rit.
Ma non
cambia il mio amor per quanto io sia lontano
Né il
ricordo né il dolore del mio paese e la sua gente
E quel
che cambiò ieri, cambierà ancora domani
Così come cambio anch’io in questa
terra lontana Rit
BENEDIZIONE FINALE
L’amicizia,
la solidarietà, l’impegno e la comprensione, quei valori che ci consentono e ci
spingono a celebrare insieme l’eucaristia domenicale sono la nostra benedizione
reciproca nel nome di Gesù.
Amen
SPUNTI DI RIFLESSIONE – GRUPPO ROMA SUD-EST
PENTECOSTE – 19 maggio 2013
Lo Spirito viene? Cioè lo aspettiamo ancora o è già?
Abbiamo ricordato quanto detto da Giovanni la scorsa domenica sull’uccello femmina che con l’ala sollecita delicatamente l’uovo a schiudersi, lo tocca e non lo tocca. Alcuni di noi potrebbero percepire lo spirito proprio così, come “tocco che suscita/sollecita”.
In Nicaragua le persone anziane prossime alla morte usano quest’espressione: “Me esta saliendo el Espiritu”, cioè “lo Spirito sta uscendo da me”. Quindi forse lo spirito è già in noi e, grazie alle nostre scelte, trova occasioni per rivelarsi.
La Bibbia lo descrive spesso come “Ruah – il soffio” e di questa definizione ammiriamo la leggerezza, ma al contempo la potenza.
Alcune definizioni più attuali parlano di scintilla primordiale, cioè potremmo dire “il soffio iniziale”.
Ci siamo chiesti: pensiamo che la scienza arriverà a dimostrare l’origine della vita o questa rimarrà un mistero? Sicuramente la scienza andrà avanti come la storia ha dimostrato, ma questo potrebbe non avere nulla a che fare col significato che ciascuno può dare ad esempio al soffio illustrato nella Genesi, in cui il mito della creazione, di fatto, può giungere a superare la scienza.
Si rischia talvolta di sovrapporre o confondere i piani della discussione, cioè scienza e linguaggio mitologico.
Ma lo spirito dov’è? Ce lo domandiamo in particolare quando ci troviamo a constatare l’esistenza del male, o come diciamo spesso in comunità, a guardare il mare col suo bel tramonto che trasuda bellezza e armonia, ricordando allo stesso tempo i barconi degli immigrati per i quali lo stesso mare è divenuto trappola e morte.
Siamo parte di un disegno o il disegno si costruisce nella storia?
E il tramonto prevale sul barcone che affonda?
Ma dov’è lo spirito mentre i migranti affogano?
Come per l’ala della mamma uccello che batte sul guscio, forse in questo caso lo spirito è “pazienza”, l’attesa che l’umanità comprenda e decida di far prevalere il tramonto.
La presenza dello spirito si manifesta spesse volte nella capacità di cambiamento; nelle dottrine in genere c’è invece il tentativo di dare un nome alle cose, forse anche sulla scia del bisogno delle persone di esprimere le sensazioni utilizzando un linguaggio possibile.
Lo spirito è probabilmente una realtà tale per cui bisogna trovarsi in uno stato di allerta, di attenzione per essere in grado di percepirla. Come accade per la brezza, a volte capita di non sentirne il soffio e lo si avverte all’improvviso, proprio in quel dato momento, anche se c’era già da prima.
Il vento, l’intuizione, un pensiero nuovo, si affacciano alla mente all’improvviso, cambiando la prospettiva delle cose.
Tutto ciò si può tradurre come un cammino verso l’autenticità, al di là dei condizionamenti, la sollecitazione verso la relazione. Entrare in relazione cambia la realtà e anche questo è spirito, è crescita. E se siamo malleabili riusciamo a “lasciare che sia”, come in una sorta di abbandono agli eventi.
Nel momento in cui si verifica questa “scintilla”, questa intuizione, si crea una frattura, una falla che man mano diviene più marcata fino a suscitare un cambiamento talmente profondo da diventare irreversibile.